Voy tirando

Scrivere per non pensare

Mese: aprile, 2014

Desire or lack thereof

“As you wish” she said
“Not as I wish” I replied
As if I could wish to forget
Let go of you of her of them
Just not to feel the squalidity
Of forged coincidencies just not
To feel filthy for something
I can’t even bring myself
To say or do as I wish.

Intrinsic unctuosity of relations
Lubricate your Ego well
Lest they sense
Your movements
As you enter their lives
Anæsthetize
Their mind and soul
In as a needle
Out as a pike.

It’s not war, just another Easter…

Eccoci di nuovo qui, la Pasqua incombe (Buona Pasqua a tutti!). E con la Pasqua sono tornate le “Guerre Vegane”. A certi non piace la carne, certi altri sono contro le crudeltà sugli animali, altri ancora vorrebbero distruggere l’industria dell’allevamento. Quello che tutti hanno in comune è il rifiuto dell’agnello come portata principale del pranzo pasquale.
Io non ho mai mangiato agnello, per qualche irrazionale motivo non mi attira, ma posso considerarmi un carnivoro, e da carnivoro ho trovato alcune incongruenze nella propaganda anti agnello.
Innanzitutto l’appello a non mangiare agnelli viene ripetuto solo nel periodo pasquale. I musulmani mangiano agnelli tutto l’anno, chi alleva ovini pure, in molti ristoranti si possono trovare pietanze a base di agnello ogni giorno, ma chissene fotte, ogni giorno non è Pasqua.
Vegano 1: “Ohccheschifo, quel bruto sta macellando un agnello!”
Vegano 2: “Non rompere, mancano 6 mesi a Pasqua!”
In secondo luogo, mangiare l’agnello è da barbari, mentre a nessuno importa se qualcuno si mangia un cinghiale, un capriolo, un tacchino o un cucciolo di foca.
Bambino: “Guarda mamma, quel signore cattivo sta mangiando carne!”
Genitore 2: “Lascia stare, Cicci, è solo un cucciolo di foca!”
Proseguendo, uccidere un’innocente agnellino di pochi mesi è crudele, ma ucciderlo da adulto è perfettamente normale.
Bambino: “Papà, quel cattivone sta uccidendo un agnellino!”
Genitore 1: “Non spaccare il cazzo, Giangi, è solo una pecora!”
Insomma, da carnivoro mi sembra che ci siano tanti pesi e tante misure nell’indignazione anti-agnello. Sembra quasi di vedere, più in piccolo, la grande battaglia pacifista che si scatena ogni volta che una nuovissima, splendida, manichea guerra deflagra in qualche minuscolo, abbandonato ed irrilevante paese. Quando le SS Ruritane invadono la pacifica città-stato di Quodlibet, ed un bambino, salito su di un albero per ammirare l’armata conquistatrice in parata nella capitale, cade e si rompe una gamba, tutti i pacifisti, attirati da questa notiziabilissima guerra da copertina, inizieranno a sputare sui crudeli ruritani, causa di tanti disastri per i bambini, mentre nessuno spenderà una lacrima per le migliaia di morti nei campi di lavoro in Cina o per i dissidenti incarcerati a Cuba.