Qua la zampa! Qua la recensione!

Ieri mi sono recato al cinema con Maria per vedere un film “di cani”. Ci ho speso pure nove euri e questo la dice lunga sulla mia sanità mentale.

Io di solito non guardo i film “di cani”, perchè, per quanto gli animali carini e pelosetti mi piacciano molto, quando vengono utilizzati nei film con attori veri tendono a rovinare tutto. I cartoni animati con gli animali sono fantastici, perchè in quanto cartoni animati possono permettersi qualsiasi cosa, mentre i film con attori e animali, specialmente se film “di cani”, tendono a permettersi qualsiasi cosa (arrivando fino a cani doppiati con voci improbabili e bocche orribilmente storpiate in CGI per farle muovere come bocche umane) pur senza poterlo fare. Io sono un purista dei film “di cani”, sono cresciuto con Lassie e Rin Tin Tin, e riesco a sopportare film di quel genere solo se i cani si comportano da cani, come quelli che si vedono per strada.

Un’altra cosa che mi dava da pensare era il regista del film. Lasse Hallström, o come lo chiamiamo noi addetti ai lavori “Er Canaro”, è un ottimo regista, con anni di esperienza alle spalle, ma non essendo riuscito a rimanere sveglio fino alla fine di Hachiko, che pur essendo un buon film è fin troppo tranquillo, avevo seri dubbi sull’opportunità di sottopormi ad un altro dei suoi film, oltretutto a pagamento.

I miei dubbi, almeno per quanto riguarda i film “di cani”, erano condivisi anche da Maria. Ci siamo comunque armati di una buona dose di pop corn e di amore reciproco e ci siamo inoltrati nel buio della sala cinematografica.

La prima cosa che ci ha stupito del film è stata la leggerezza. La fotografia non stanca gli occhi, privilegiando i colori naturali, e gli effetti speciali sono utilizzati solo per girare in sicurezza scene del tutto naturali [come l’incendio della casa di Ethan (ah già: SPOILERS!)]. Trattandosi poi di un film in costume, mette allegria rivedere certi vestiti e tagli di capelli della seconda metà del secolo scorso. La sceneggiatura poi non calca mai la mano, cercando di forzare le emozioni dello spettatore: nonostante fosse un film “di cani”, ed avesse un sacco di momenti drammatici (sia allegri che tristi), mi sono sempre sentito libero di commuovermi quando e dove volevo.

La seconda cosa che ci ha colpiti è stata la naturalezza. Pur essendo un film “di cani”, riesce ad essere anche molto di meno e molto di più.

In questo film non troverete cani che si comportano da umani o che fanno cose inverosimili. Nonostante vi sia un attore dedicato a dar voce ai pensieri del cane (in italia si tratta di Gerry Scotti, che riesce a rendere bene l’allegria di un cane alla scoperta del mondo), questi pensieri non sono pensieri da umano, ma da cane. Bailey (e ogni sua successiva reincarnazione) è per la maggior parte del tempo ignaro di ciò che gli umani pensano, e delle motivazioni dietro le loro azioni, ed è comunque più interessato ad avere una ciotola piena ed il pelo pulito che a portare avanti una qualche strana missione, se si eccettua il suo unico dubbio esistenziale: qual è lo scopo di un cane?

In questo film però troverete non soltanto la storia di un cane, ma anche la storia di varie persone. Nel suo esplorare lo scopo di un cane in questo mondo, Lasse Hallström ci racconta come le persone crescono e le loro vite cambiano, quando decidono di viverle al fianco di un cane. Vediamo così la vita di un giovane studente degli anni ’60, quella di un poliziotto cinofilo negli anni ’70, per poi arrivare ad una giovane universitaria degli anni ’80 che proprio a partire dal suo piccolo cagnolino comincia a costruirsi una famiglia, ritornando infine al giovane studente, ormai agricoltore di mezza età, e vedere come se la cava dopo tanti anni. Il regista sembra dirci che tutto può essere migliore con un cane, ma non è detto, quindi dobbiamo metterci anche del nostro se vogliamo trovare la felicità.

La terza cosa che ci ha colpiti sono state le emozioni. Non è facile trovare un film che passi con tanta facilità dall’allegria alla tristezza, che nel giro di poche scene riesca a farti ridere e commuovere, senza gli usuali eccessi dei film “di cani”.

Tirando le conclusioni, un film poetico e leggero, drammatico senza scadere nel pietismo, edificante e per tutta la famiglia. Nonostante fossimo prevenuti, siamo usciti dalla sala riposati e soddisfatti. Se non è buon cinema questo…